Il coach non è un supereroe!


Supereroe?

Da un po’ di tempo mi gira in testa una roba strana.

Ed in effetti, mi arrivano amici e clienti ultimamente con frasi sospette, del tipo “io non sono come te, io non riesco“, oppure “per me può bastare, sono soddisfatto“, o “tu sei avanti anni luce” ed altre su questo tono.

Allora, quando sento certe allusioni, che fanno gongolare il mio ego, mi si accendono tutte le lampadine del sistema d’allarme!

E’ come se partisse una sirena che blocca tutto e uscissero dei gendarmi ad arrestare tutti quanti.

Il mio ego sorride e dice: “si, ancora, dillo ancora, dinne altre di cose del genere”.

E la parte superiore di me, che invece è quella che ha inserito l’allarme e chiamato i gendarmi, comincia a pensare a come disinnescare la bomba.

Si, per alcune ragioni.

 

Attenti alle lusinghe!

La prima è legata al giudizio, nel senso che quando le persone ci giudicano, non stanno dicendo la verità assoluta e sacrosanta ma stanno semplicemente proiettando su di noi la loro verità, il loro mondo interiore, i loro schemi.

Noi non possiamo ovviamente farci buttare giù dagli schemi degli altri, quindi dobbiamo avere un nostro gps interiore che ci faccia filtrare quei giudizi e decidere se e cosa tenere.

Chiaramente, quando qualcuno ci parla, è bene ascoltare e farci dei punti di riferimento, potrebbero esserci informazioni molto utili che a noi stavano sfuggendo, anche se quelle informazioni potrebbero essere spiacevoli da accettare, di primo acchito.

Ma da tenere certi input, a farci destabilizzare dai giudizi altrui ne passa.

Avete idea di cosa ci capiterebbe se ogni volta che qualcuno esprime un giudizio su di noi, ci lasciassimo condizionare e destabilizzare da tale giudizio?!

Chiaramente, questo sano atteggiamento di autodifesa dal giudizio esterno, deve funzionare anche per le lodi, per quelle frasi che scrivevo poco fa che possono comunque crearci problemi, in quanto sono anch’esse – come le critiche – una proiezione delle verità altrui.

In poche parole, non sto dicendo che non va bene ricevere lodi e complimenti, o riconoscimento per un buon lavoro svolto, bensì che anche le frasi lusinghiere possono celare dei veri e propri pericoli, perchè sono comunque una proiezione su di noi del mondo di qualcun altro.

 

Staccarsi dalle proiezioni altrui!

Quindi se voglio affrancarmi dalle proiezioni altrui – quei famosi giudizi che altrimenti ci destabilizzerebbero – devo saperlo fare anche per le proiezioni che ci possono far piacere, quelle che fanno gongolare il nostro ego.

Il secondo pensiero che in questi giorni mi gira in testa è che forse, e dico forse, qualcuno ha l’impressione che il coach sia un supereroe, un fenomeno, un intoccabile dalle quisquilie quotidiane.

Non posso parlare per gli altri coach, ma per me non è così.

Io – e ripeto, sto parlando per me – non sono un supereroe, non sono un fenomeno, non sono un intoccabile dalla quotidianità e dai problemi, e non sono Buddha o Gesù o altre entità magiche o luminose come angeli od altro.

Sono semplicemente una persona che oltre venticinque anni fa conobbe il coaching e se ne innamorò.

Me ne innamorai, non perchè mi rese un super macho, bensì perchè mi fece provare emozioni che avevo dimenticato esistessero e mi fece fare un salto di qualità nei miei risultati professionali e relazionali.

 

Trovai le mie ruote rotonde.

Avevo 27 anni allora e da quel momento la mia vita non fu più la stessa, aumentai il mio guadagno nel lavoro e i miei rapporti migliorarono sensibilmente, con amici, famigliari e con le ragazze – la cosa a cui tenevo di più, ovviamente.

Ed anche ora – che di salti di qualità ne ho fatti tanti – so perfettamente di non essere un fenomeno.

Il coaching – ed è sempre la mia opinione – non è uno scudo contro le sfortune ed i problemi, ma semplicemente una serie di strumenti che possono aiutarti a vivere meglio tutto ciò che la vita ti mette davanti.

Può aiutarti a vedere i tuoi punti ciechi per migliorare ciò che ti interessa.

Può darti una mano a reggere in momenti particolarmente sfidanti come questo e magari a trovare il modo di volgere tutto a tuo vantaggio, anche se ancora non sai come questo potrebbe accadere.

Questo fa il coaching, stravolge i punti di vista e fornisce nuove strade, nuove soluzioni, anzi, ti consente di trovarle dentro di te.

Oppure – come ha fatto per me in varie occasioni – può risollevarti dopo una caduta rovinosa che ti butta giù e ti fa sentire impotente nonostante tutti gli sforzi fatti in anni di lavoro e di allenamento.

Qualche tempo fa avevo un problema da risolvere, niente di particolare, in realtà, ma quando un amico mi propose di risolverlo in un certo modo, col suo aiuto, acconsentii.

Purtroppo, in quel momento mi mancavano alcune informazioni di come funzionava esattamente quella situazione per cui la decisione di farmi aiutare si rivelò successivamente sbagliata perchè quel mio amico si trovò a pagare alcune conseguenze spiacevoli per il suo coinvolgimento.

 

Non fu un bel momento.

Un problema risolvibilissimo senza grandi ripercussioni alla fine divenne decisamente più grande per tutti e soprattutto – la cosa che più mi addolorò – divenne un problema per quel mio amico.

Anche se non c’è stata alcuna volontarietà da parte mia, viste le conseguenze che poi ne sono scaturite, abbiamo tutti passato momenti piuttosto impegnativi, prima di accorgerci, per fortuna, che tutto sarebbe stato risolvibilissimo.

Oltretutto, ho scelto di diventare un allenatore principalmente perchè non sopporto di vedere la gente soffrire e col coaching ho potuto aiutare tante persone a uscire da situazioni di sofferenza di vario genere, dalla sofferenza economica a quella emotiva od altro.

Vi lascio immaginare come potevo sentirmi in quel periodo, in cui vedevo che per aiutare me, qualcuno stava passando momenti difficili e doveva pagare conseguenze anche pratiche, a causa di un mio errore.

Fortunatamente, alla fine si risolse tutto senza gravi danni per nessuno, ma fu una lezione importante; nessuno è esente dagli errori e nessuno è esente dagli sberloni della vita.

Per questo quando sento certi complimenti mi viene la pelle d’oca, perchè li percepisco come un pericolo dal quale guardarsi.

 

Lezione dolorosa, lezione importante.

Quando serve, la vita ci insegna la lezione che dobbiamo imparare, anche se spesso è dolorosa.

Per dir la verità, è proprio quel dolore che spesso contiene la lezione, e più è dolorosa più è facile ricordarla.

Quindi, anche se tutti vorremmo essere supereroi, siamo solo esseri umani che fanno di tutto per vivere al meglio questo viaggio.

E parlando di viaggio, il coaching non è altro che una serie di strumenti che, come ho scritto in questo post, io ritengo paragonabile all’invenzione della ruota, secoli fa.

Non ci rende dei fenomeni ma ci consente di viaggiare molto più veloci, più comodi e più sicuri.

Poi, può accadere che si fori una gomma e ci tocchi fermarci per sostituirla, come ho fatto io in quell’occasione ed in altre, ma come dicevamo, è solo uno strumento, che può essere usato in vari modi, dal coach o dal coachee, per quelle che sono le competenze e gli obiettivi.

Quindi, il coach è un supereroe? NO!

Il coaching può aiutarti a vivere molto, molto meglio? SI!

Detto questo…buon 2021!

Con l’augurio che sia un anno di lezioni importanti, con meno dolore possibile, e di poche gomme forate.

Ma soprattutto, che tu possa trovare il tuo gommista di fiducia!

E’ assurdo di questi tempi non usare le ruote giuste, o no?!

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