L’imprenditore, “un uomo solo al comando”!


Perchè un imprenditore dovrebbe fare coaching!

Proprio così, anche se la maglia dell’imprenditore non sempre è biancoceleste come quella di Fausto Coppi, la definizione si addice perfettamente alla situazione dell’imprenditore, che nella stragrande maggioranza delle situazioni, si trova da solo a fronteggiare mille sfide e mille situazioni diverse ogni giorno.

E’ vero, in alcune realtà, magari più strutturate, ci si avvale di manager, direttori vari, amministratori, che con la loro esperienza sanno consigliare benissimo e dare stimoli di un certo tipo.

Diciamo che in questi casi, l’uomo solo al comando magari è l’AD, il CEO, comunque, ormai lo sappiamo…il pesce puzza dalla testa!

Quando le cose funzionano, il capo si prende i meriti, ma quando ci sono problemi, finiscono tutti a morire sulla sua scrivania!

E…diciamocela tutta…è giusto così!

 

Qual è il problema principale dell’imprenditore?

Voi direte, aumentare il fatturato e la redditività, trovare i collaboratori giusti, troppe tasse…tutto giusto!

Tutte cose con cui doversi confrontare ogni giorno.

Ma su di un altro livello, il problema principale del capo, dell’AD, dell’imprenditore, del professionista, è che è da solo a risolvere tutto!

Da solo a darsi stimoli e ad ottimizzare le proprie risorse personali.

Non sempre si riesce ad essere centrati nel proprio potere personale, ad ottenere il meglio da se stessi quando non si hanno collaboratori abbastanza coraggiosi o spregiudicati da essere a loro volta di stimolo per il capo.

 

Quindi dove li prende il capo gli stimoli giusti?

Dentro di sè, spesso arde un fuoco importante, potente, che se così non fosse, l’imprenditore o il professionista non sarebbe lì, a lottare per quei successi, ma  gli stimoli esterni sono fondamentali.

L’essere umano è costituito all’80% di acqua, e l’acqua porta le informazioni, come ci ha di mostrato Masaru Emoto con le sue ricerche famose in tutto il mondo, che consiglio ardentemente a tutti coloro che vogliono essere leader, e non solo.

Allora se l’acqua è portatrice di informazioni, e l’essere umano è per la stragrande maggioranza fatto di acqua, va da sé che siamo assolutamente condizionabili dalle informazioni con cui entriamo in contatto.

 

Capite perché è fondamentale avere i giusti stimoli intorno a noi?

Da soli ci si spegne, lentamente, ci si adatta alle condizioni esterne, che non sempre sono allineate ai nostri sogni, non sempre lavorano per i nostri obiettivi.

E se lentamente mi spengo, significa che abbasso la guardia, che mi ritroverò a girare nelle mie stesse vecchie modalità, nei soliti vecchi schemi, senza quell’attenzione, quell’innovazione necessarie a raggiungere nuovi risultati.

Ormai le sfide sono incredibili, prima l’incubo della pandemia poi altre condizioni assurde con le quali confrontarci ogni giorno, e chissà cos’altro ci aspetta.

Ogni giorno siamo chiamati ad entrare in una capacità di performance pazzesca, se vogliamo far fronte a tutto e pensare di uscirne vincitori, mantenendo una sorta di benessere psico-fisico necessario a goderci il viaggio!

 

Perchè un imprenditore dovrebbe fare coaching!

Ecco dove il coaching può fare la differenza.

Da un punto di vista emotivo, da un punto di vista tecnico e decisionale, il coach è qualcuno che essendo esterno all’azienda può vedere le dinamiche senza condizionamenti, e quindi può catturare immediatamente l’immagine di ciò che sta impedendo la massima resa di un sistema.

Può vedere chiaramente i granelli di sabbia negli ingranaggi e di conseguenza pulire ed ottimizzare questi ultimi con assoluta facilità.

 

Quando siamo coinvolti emotivamente è sempre difficile vedere, capire e a volte accettare quale sia la vera causa del problema.

E una volta individuato il problema, non sempre si riesce ad avere gli stimoli giusti, senza qualcuno che ci sa sollecitare e ci sa tenere su di giri, che ci sa aiutare a interrompere quegli schemi che ci stanno ingabbiando da decenni.

D’altronde, se si potesse raggiungere l’eccellenza senza avvalersi di un allenatore, nessuno ne avrebbe uno, no?!

I tennisti professionisti ne hanno diversi, uno per ogni specializzazione.

Hanno chi si occupa del fisico, chi si occupa dell’aspetto tecnico e il coach che si occupa dell’aspetto emozionale e motivazionale; saranno tutti scemi?!

Anche in altri sport esistono i preparatori atletici, tecnici e mentali.

Vuoi raggiungere risultati mai raggiunti prima?

Ti servono stimoli mai avuti prima!

Ti serve un condizionamento esterno che sia al servizio dei tuoi obiettivi, dei tuoi sogni!

L’allenatore serve a questo, a superare quei limiti che da soli non siamo riusciti a superare!

 

 

Ogni volta che vedo uno dei miei coachee alzare il livello, spostare l’asticella dei suoi limiti, salire su un podio, o “semplicemente” raggiungere quel fatturato che si era prefissato, mi ricordo perché faccio quello che faccio, e sono grato di questa opportunità.

A proposito, piccolo omaggio a Giacomo e Bianca che hanno vinto il bronzo agli europei in Turchia!

Avanti così ragazzi!

 

E tu, imprenditore, professionista, “uomo solo al comando”, ti ricordi ancora perché fai quel che fai?

Anche a questo può servire un coach…a farti ricordare perchè sei lì!

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